venerdì, dicembre 22, 2006

BUON NATALE...



Questa foto mi piace da matti ed è da anni il mio biglietto di auguri per gli amici. Nulla di più indicato per una Petulante ;-)))
Per l'Italia forse andrebbe meglio la foto di un cappone, ma tant'è .. tacchino o fagiano a casa mia li mangiano ripieno di castagne.

Vado in vacanza, forse scriverò forse no dipenderà da quanto diverrò pigra e insofferente rispetto alla rete.
Vi lascio alcune ideuzze per Natale e Capodanno in modo che non dobbiate impazzire a cercare le ricette nell'archivio ;-) Sono una tradizionalista per cui i miei menu natalizi non prevedono grandi variazioni da un anno all'altro e poi io cucino solo metà delle portate, l'altra metà tocca a mia mamma che macrobiotica non è per nulla ;-D ... ovviamente i dolci non mi riguardano.
I menu sono quindi un pochino strani...

Che sia un Natale felice e che il 2007 sia un anno di desideri ... realizzabili o no che importa??

Per la Vigilia
Pane della signora Grant
Pasta e mollica
Gamberi allo zenzero lime e porri
Zucca al forno
Cavoletti di Ruth

Per Natale
Streghe
Hummus di fave
Salmone marinato
Tortini di scarola e aceto balsamico
Tonno in crosta
Caponatina di carciofi

Per Capodanno ... buffet di sapori misti ;-))
Olive della Ross
Ceci snack
Tortellini di pane
Gyoza
Carpaccio di polpo
Lenticchie Roberta

giovedì, dicembre 21, 2006

Il pane di Natale



-1!!!!!!
Domani auguri e piccolo menu.
Oggi un bel pane morbido e profumato. Fatto a trecciona è bellissimo anche da vedere. Ottimo a fette con il salmone marinato o con i paté.
E' nato da una totale sperimentazione e dalla curiosità di provar a sostituire in qualche modo il burro che è presente in molti pani speciali tradizionali .. ovvio che potevo usare la margarina di soia, ma era troppo facile ;-))) Dura parecchio e potrebbe anche diventare un pane in cassetta se cotto nello stampo apposito.

250 gr di farina di farro
250 gr di farina manitoba o farina 0
200 gr di latte di soia
1 cucchiaio di olio di mais bio
2/3 cucchiai di panna di soia
2 cucchiai di semi di sesamo
1/2 cucchiaino di sale
4 gr di lievito di birra secco (10 gr di fresco)
1 cucchiaio di malto d'orzo

Sciogliete nel latte tiepido il lievito di birra e lasciate a riposare fino a quando no farà la schiuma (stesso procedimento per lievito secco o fresco). Miscelate le farine e il sesamo, poi unite l'olio, il latte e lievito e cominciate a impastare. Unite pian piano il sale e poi i due cucchiai di panna. Valutate se aggiugnere altro liquido dalla consistenza della pasta che dovrà essere liscia, elastica e non appiccicosa. Battete la pasta per 5 minuti e poi mettete a lievitare coperto in luogo tiepido.
Quando si sarà raddoppiato, rompete la lievitazione e date la forma al pane. Io ho fatto due biscioni e li ho intrecciati. Coprite con un panno umido e lasciate lievitare per almeno un'ora.
Cuocete in forno caldo a 200° per 30 minuti o fino a quando il pane non sarà dorato e il fondo suonerà vuoto.

mercoledì, dicembre 20, 2006

Vellutata di cavolfiori e tofu



Meno due all'inizio delle vacanze e a due settimane di dolce far nulla o quasi ;-))
Mi aspetta una tre giorni di pranzi e cene natalizie che mi delizieranno non poco e mi faranno ritornare decenne (mia madre direbbe cinquenne) di fronte ad albero, regali e soprattutto tutti i miei cari in una botta sola...si vede che vado matta per il Natale???? ;-D

Una bella vellutata da servire la notte della vigilia agli amici/parenti non amanti dei classici tortellini in brodo o da fare dopo i bagordi delle feste, ma sostituendo uno degli ingredienti.
Nata sull'onda ell'ennesima variazione al curry di tofu e al fatto che avevo mezza scatola di latte di cocco da utilizzare. E' proprio il latte di cocco che dovrete togliere se volete rendere meno grassa o pesante questa zuppa (viene da una noce e magro non è proprio ;-)), potete sostituirlo con il latte di soia e un paio di cucchiai di panna sempre di soia nel finale, questi ultimi sono comunque opzionali.

1 cavolfiore medio
5 scalogni
150 ml di latte di cocco
100 ml di acqua
1/2 cucchiaino di dado fatto in casa
1 cucchiaio di olio di sesamo + 1 di acqua
sale
pepe
1/4 di panetto di tofu affumicato

Lavate e fate a cimette piccole il cavolfiore. Affettate sottili gli scalogni e metteteli a stufare in una pentola con l'olio, l'acqua e un pizzico di sale. Dopo qualche minuto aggiungete i cavolfiori e fate insaporire. Unite infine il dado, il latte di cocco e l'acqua e fate cuocere per 30 minuti.
Passate il tutto al frullatore fino a ottenere una crema liscia e densa (se troppo aggiungete acqua o latte di cocco).
A parte passate sotto il grill per qualche minuto il tofu tagliato a fettine sottili e servite la vellutata guarnita con il tofu e una macinata di pepe.

martedì, dicembre 19, 2006

I gyoza di Natale



Per un Natale alternativo o per un Capodanno tra amici ...
I gyoza hanno origini cinesi (son simili ai ravioli al vapore) ma quando si sono diffusi in Giappone hanno hanno assunto caratteristiche differenti come una particolare cottura in due tempi. Sono un piatto tipico della cucina giapponese casalinga come i ravioli o gli agnolotti di quello italiana
La pasta è fatta di farina e acqua e stesa sottile come un velo. E' fattibile in casa ma visto che la trovo nei supermercati etnici mi evito la fatica ;-)), anche perché la resa non è la stessa.

Per Tribe mi sono ispirata a "Happy Christmas (War is Over)" di John Lennon e Yoko Ono e forse più a Yoko che a John dato che i gyoza doveva conoscerli molto bene ;-).

per 16/18 gyoza
una confezione di sfoglia per gyoza (reperibile nei supermercati etnici e giapponesi)
1/2 cavolo cinese o cavolo cappuccio
1 carota
1 porro piccolo
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaio di sake (o mirin)
150 gr di seitansale3 cucchiai di olio di sesamo

per il condimento
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di aceto di riso
1/2 cucchiaio di mirin

Affettare il più sottile possibile il cavolo, la carota e il porro. Tritare a coltello il seitan. Mettere il tutto in una ciotola, aggiungere la soia, il saké e il prezzemolo e mescolare bene. Lasciar riposare per almeno u'ora. La pasta per i gyoza viene venduta confezionata in sfoglie di forma tonda e sottile larghe 8 cm. Mettere una sfoglia sul palmo della mano, porre nel mezzo un cucchiaio di ripieno, bagnare con un po' di acqua i bordi interni e chiudere a metà premendo bene i bordi. Poi prendere tra indice e pollice i bordi della pasta e fare delle pieghe (5 o 6) e mettere i ravioli su un piatto infarinato. In una padella dai bordi alti far scaldare l'olio e porre i gyoza nell'olio con i bordi verso l'alto. L'olio deve solo lambire il fondo dei ravioli. Far cuocere per 5 minuti poi aggiungere acqua fino a metà dei ravioli, coprire con un coperchio e lasciar cuocere fino a quando l'acqua non si sarà assorbita completamente e i ravioli non saranno traslucidi.
Miscelare bene gli ingredienti del condimento. Servire i gyoza caldi con il condimento in una ciotolina a fianco del piatto in modo che possano essere intinti nella salsa.

lunedì, dicembre 18, 2006

Un Natale tribale e bloggoso














Se non sapete cosa cucinare per Natale, vi piace la musica e vi piacciono i foodblog ... armatevi di ombrello e galosce (qui piove da ieri in modo mostruoso) e andate in edicola a compravi Tribe Magazine ;-))

La Cavoletto un mese fa ha coinvolto qualche blogger nel fare un menu di Natale ispirandosi a canzoni in tema.
Ne è nato un pranzo di Natale con Cilindretti di rape alla Charlotte (
Sigrid), Terrina di formaggi alla Bruce (Piperita), Involtini di tacchino alla Elvis (Peggy), Rotolo di blaklava alla Bing Crosby (Fabien) e i miei Gyoza John e Yoko.

Come regalo di Natale vi metterò la ricetta dei gyoza ma per il resto del menu dovrete correre all'edicola... ;-)))

Un anticipazione:

venerdì, dicembre 15, 2006

Club del wok: tofu e porri in agrodolce



Niente lunch box...sono iniziati i pranzi e cene per gli auguri di Natale e quindi pappa in ufficio ne porto pochina e pure noiosetta ;-)

Finalmente è arrivato anche il freddo (iuppi...stamattina c'erano 4°) e, oltre alle zuppe riscaldanti, ottimi sono anche i cibi saltati nel wok (o in padella ovvio) in olio caldo.
Verdure e riso possono essere cotti a parte e poi saltati in olio, in questo modo l'energia riscaldante è maggiore. E' anche un ottimo modo per riscaldare il tofu che di per se stesso è un cibo freddo e più adatto all'estate. Il gusto leggermente piccante dello zenzero è poi un ulteriore elemento di calore.
Perfetto l'abbinamento con il riso al cocco.

200 gr di firm tofu
1 porro grande
2 cucchiai di olio di sesamo
1 cucchiaio di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di mirin
1/2 cucchiaio di gomasio
1 cucchiaio di succo di zenzero

Per marinare il tofu:
2 cucchiai di salsa di soia
4 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di succo di zenzero

Tagliate a cubetti il tofu e mettetelo nella marinata per un paio di ore.
Affettate il porro. Nel wok scaldate l'olio, poi aggiungete il tofu scolatao dalla marinata e cuocetelo fino a quando no sarà dorato su tutti i lati, poi toglietelo e tenetelo da parte. A questo punto mettete nel wok l'uvetta, i pinoli e fate tostare per qualche minuto, poi aggiungete il porro, ilsucco di zenzero, il mirin e cuocete fino a quando il porro non sarà morbido. Unite il tofu e fate saltare per qulche minuto.
Servite cosparso di gomasio.

mercoledì, dicembre 13, 2006

Le streghe son tornate...



e per Natale son perfette! Inizia la ricerca e sperimentazione delle ricette per i pranzi natalizi...

La ricetta non è mia ma delle sorelle Simili, autrici di Pane e roba dolce e Sfida al mattarello (ed. Vallardi): due mostri sacri della panificazione e pazienti insegnanti a numerosi corsi. Non mi chiedete però dove fanno i corsi perché non ne ho la più pallida idea, le ho seguite qualche anno fa e non sono informata ;-)))
L'ho modificata solo nella quantità di lievito e nel fatto che non ci metto lo strutto manco se mi pagano ;-DD
Le streghe sono semplicissime da farsi e sono un successo assicurato. Perfette con tutti i tipi di antipasto natalizi..van bene persino con il patè di alghe!

300 gr di farina 0
130 gr di acqua tiepida
3 cucchiai di olio extra vergine + 2 per spennellare
1/2 cucchiaino di sale + sale grosso per la superficie
3 gr di lievito secco o 8 di fresco

Impastate tutti gli ingredienti e fate lievitare in una ciotola unta e coperta in luogo tiepido.
Poi armatevi o di macchina per la pasta o di mattarello.
Passate la pasta nella macchina fino al blocco 2 o tiratela sottilissima.
Deponete questa sfoglia su una teglia coperta con carta forno e tagliate delle losanghe. Spennellate con olio e spolverate di sale. Mettete in forno per 5/10 minuti fino a quando non avranno i bordi dorati.
Si servono tiepide o fredde e si conservano qualche giorno in una scatola di latta.

martedì, dicembre 12, 2006

Il riso al cocco



Se avete cucinato la zuppa dei due cavoli questo riso sarà l'ideale per cacciare dalla cucina tutti gli odori.
Ottimo riso di accompagnamento a piatti dai sapori decisi o piccanti, è facilissimo da farsi, ma c'è il trucco ;-))
Spesso il riso cotto nel latte diventa un pappone perché rilascia l'amido in cottura e mentre nell'acqua l'amido può essere scolato via, con il latte fa da addensante; questo va bene se si vuol fare un dolce, no se l'obiettivo è un altro.
Tutto sta a lavare il riso a lungo fino a quando l'acqua non diventerà trasparente e a lasciarlo in ammollo per almeno un'ora.
Scegliete un riso a grana lunga, un basmati o un jasmine sono perfetti perché hanno una cottura intorno ai 15/20 muniti, non scuociono e aggiungeranno il loro profumo naturale a quello del latte di cocco.

200 ml di latte di cocco da cucina
1 tazza di riso basmati
1/2 cucchiaino di sale
3 foglie di keffir lime
1 cucchiaio di olio di sesamo
1/2 cucchiaino di semi di coriandolo

Come già detto, sciacquate bene ilriso e mettetelo in ammollo in acqua freddda per un'ora.
In una pentola dal fondo pesante scaldate l'olio e i semi di coriandolo finoa quando non scoppietteranno. Aggiungete il riso, il sale e mescolate bene in modo che tutto il condimento sia assorbito. A questo punto versate il latte di cocco e unite le foglie di keffir. Fate cuocere coperto per 15/20 minuti controllando che il riso non attacchi e aggiungendo qualche cucchiaio di acqua o latte se necessario. Regolate di sale e servite tiepido.

lunedì, dicembre 11, 2006

Zuppa dei due cavoli



4 giorni di fannulite totale!
Son partita piena di buoni propositi, dal metter a posto l'armadio dei maglioni (ho fatto della stropicciatura un mio stile) al cercare una ricetta per biscotti macrobiotici che non faccia totalmente schifo.
Nulla di tutto questo...mi sono limitata all'addobbo natalizio e al pranzo domenicale, per il resto son uscita a far shopping, ho bevuto tazze e tazze di té speziato, ho visto un to di fil di Greta Garbo e ho pigrato sul divano insieme alla mia montagna di libri e altro.

La zuppa dei due cavoli è partito da un'idea di ribollita, per scoprire che non avevo i fagioli adatti e nemmeno il sedano per il soffritto e quindi è diventato una zuppa con il pane. Deve assolutamente riposare una giornata (quindi forse il termine ribollita le si può adattare, ma rischio gli insulti dai toscani ;-D) per far mescolare meglio i sapori.

1 cavolo nero
1/2 verza/crauto
2 porri
2 carote
250 gr di fagioli lamon già cotti (o cannellini o borlotti normali)
acqua qb
1 cucchiaino di dado vegetale
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale
pepe
fette di pane toscano (senza sale) del giorno prima

Tritate grossolanamente carote e porri e mettetele a stufare in una pentola dai bordi alti con l'olio.
Affettate sottili i cavoli e metteteli nella pentola con le altre verdure. Quando si saranno appassiti coprite con l'acqua, aggiungete il dado e portate a cottura.
Frullate metà della zuppa con metà dei fagioli e poi rimettete il tutto nella pentola con il resto delle verdure e dei fagioli. Regolate di sale.
Fate cuocere a fuoco bassissimo per almeno 2 ore. Poi lasciate a riposare fino al giorno dopo.
Nel piatto mettete una fetta di pane (se vi piace potete sfregarla con aglio), versateci sopra la zuppa calda e servite con un filo d'olio e una generosa macianta di pepe.
Ovviamente olio a crudo e pepe non sono necessari, ma non sono niente male. ;-D

mercoledì, dicembre 06, 2006

Lunch box...il ritorno!



Ed eccoli nel loro terrificante splendore di due foto scattate alle 7.30 del mattino...
non è venerdì ma per i milanesi originali e lavorativi è come se lo fosse visto che qui esiste Sant'Ambrogio (santo che mi è particolamente simpatico dall'inizio della mia vita meneghina ;-)))

Un consiglio spassionato: i cavolini di bruxelles non portateli in ufficio, come ho fatto io, o meglio assicuratevi che non ci sia nessuno nei dintorni o di poter arieggiare bene la stanza: potreste inimicarvi parecchi colleghi ;-DD
La onnipresenza del riso al limone (riso bollito con limone spremuto direttamente) è dovuta al fatto che mi paice da matti e che fa un gran bene al fegato. Il limone in piccole quantità aiuta il fegato a metabolizzare i grassi e a depurarsi.
Fra breve mi arriveranno nuovi lunchbox per le minestre (tipo quelli da campeggio...spero siano carini!) e quindi mi sbizzarrirò nelle minestre, per ora:

sopra: insalata di ceci e alghe miste, riso semi-integrale al limone, ceci snack (troppi ceci, lo so!) e cavolini di Ruth
sotto: insalata di fagioli e catalogna e riso semi-integrale al limone

martedì, dicembre 05, 2006

Il cecio snack



Il cecio snack girava nella blogosfera nordica e americana lo scorso Natale così mi copai la ricetta ma nel computer rimase.
Dato che sono alla ricerca di ideuzze per le varie cene e aperitivi natalizi ieri sera ho resuscitato la ricetta dal db e l'ho provata. Risultato...anche troppo buoni dato che sono quasi spariti ;-D
Unico avvertimento non serviteli a parenti o amici con problemi di masticazione ... i dentisti sotto le feste sono introvabili.
E' uno snack di origine medio-orientale quindi molto speziato.
Potete variare le spezie da utilizzare, io ad esempio non ho messo la cipolla secca della ricetta originale perché non ne amo il sapore. Potete aggiungerci coriandolo, curry se li volete indianeggianti...
Altri due suggerimenti sono di usare i ceci in scatola, non vale la pena di cuocerli apposta, e di tenere d'occhio il forno, non abbandonateli andando a fare altro nella stanza accanto perché se si bruciacchiano diventano cattivi e amari.
Si conservano a lungo in un barattolo o in una scatola di latta così potete prepararli in anticipo e tirarli fuori solo al momento giusto.

1 scatola di ceci già cotti
1 cucchiaio di origano secco
1 cucchiaio di mandore tritate fini
1 cucchiaino di sale integrale fine
1/2 cucchiaino di paprika
1/4 di cucchiaino di pepe nero macinato
1/2 cucchiaino di aglio secco (anche meno)
2 cucchiai di olio

Scaldate il forno a 180° poi abbassate a 150°. Scolate, sciacquate e asciugate molto bene i ceci.
A parte miscelate bene tutte le spezie. In una ciotola metete i ceci e l'olio e mescolate con cura in modo che tutti i ceci siano unti, poi unite le spezie e mescolate ancoramolto bene, i ceci ne devono essere ricoperti.
Coprite con la carta da forno una teglia e metteteci i ceci con il misto di olio e spezie e in modo che non si sovrappongano tra loro.
Inserite la teglia nel forno, dopo 15 minuti estraetela e scuotetela in modo che i ceci si muovano. Fate questo lavoro altre due volte poi lasciateli nel forno per 30 minuti senza toccarli.
I ceci dovranno essere croccanti (si sfarineranno in bocca) ma non bruciacchiati.
Prima di mangiarli aspettare che siano freddi ;-D

lunedì, dicembre 04, 2006

Il pane alla birra e un secondo quasi crucco



Non allamartevi il wurstel è di tofu ;-DD
Ognuno ha le sue debolezze, io ne ho tante e me le coccolo tutte e una di queste è la passione per i wurstel di tofu e di seitan e, ancora di più, per la senape di tutti i generi e tipi (ne ho 7 barattoli nel frigo). Costano uno sproposito ma ne vado matta e farli in casa non è proprio proponibile.
Il pane alla birra è stato quindi un ottimo accompagnamento insieme, ovvio, a un bel biccchierone di birra, la mia era Le Baladin ambrata.
Fonte di ispirazione uno dei miei libri preferiti sul pane, di cui ho deciso di parlarvi nei prossimi giorni per la nuova sezione dei Regali di Natale (non lo sapete? io adoro il Natale!!!)

E' un pane un po' strano visto che non è di pasta madre ma acquisisce un gusto leggermente acido grazie a una lievitazione lunga e fatta al freddo (o in balcone). Lievitazione lunga grazie anche al fatto si tratta di farine pesanti e più lente ad alzarsi. Non aspettattevi un pane con i buconi ma un pane più denso e saporito. Si conserva a lungo e si congela benissimo, meglio se tagliato a fette.

5 gr di lievito fresco o 3 di secco
2 cucchiai di malto d'orzo
300 ml di birra doppio malto a temperatura ambiente
200 gr di farina 0 o manitoba
200 gr di farina di segale
200 gr di farina integrale o di farro
2 cucchiai di olio extravergine leggero
1 cucchiaino di sale

Miscelate la birra, il lievito e il malto e lasciate in luogo tiepido fino a quando non si sarà formata una bella schiuma.
Mescolate le farine, aggiungete la miscela con la birra, l'olio e cominciate a impastare (se risultasse asciutto aggiungete birra o acqua tiepida a cucchiate) e infine unite il sale.
lavorate bene, sbattete a lungo la pasta sulla spianatoia, poi fate una palla e mettete a lievitare, coperto, nel posto più freddo della cucina o in balcone.
Lasciate lievitare per 6 ore, poi reimpastate, date la forma (io ho fatto un bel pagnottone) e poi rimettete a lievitare su una teglia coperto da unao straccio umido in luogo tiepido fino al raddoppio.
Fate (se volete) una bella incisione sul pane e cuocete in forno caldo a 200/220° per 35 minuti o fino a quando battendo sul fondo non suonerà vuoto.

venerdì, dicembre 01, 2006

Insalata tiepida invernale



I fagioloni bianchi detti "di Spagna" li avevo sempre disdegnati per una sorta di capanilismo vero i borlotti e i lamon italiani che consideravo molto più saporiti.
Come per fortuna mi accade ogni qualvolta ho delle certezze, queste sono state distrutte da una fenomenale zuppa di fagioli e vongole dove i fagioloni bianchi la facevano da padroni.
E così son finita a comprare fagioli di Spagna sia in scatola sia secchi (giusto che la mia dispensa languiva ;-D) e grazie a un regalo di catalogna ieri sera ho elaborato una ricettina gustosa e adatta a quella sembianza di freddo che è comparso negli ultimi giorni. Un abbinamento di sapori tra il dolce dei fagioli, l'amaro della catalogna, il piccante dello zenzero e il salato della soia.
Ottima per il lunch box...

1 cespo di catalogna
200 gr di fagioli bianchi già cotti
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di acqua
2 cucchiai di mirin
1 cucchiaio di succo di zenzero fresco (grattuggiato e spremuto)
1 spicchio di aglio
1 cucchiaio di dukka o gomasio
2 cucchiai di olio di sesamo

Pulite la catalogna, tagliatela a pezzettini e stufatela in un cucchiaio di olio, conl o spicchio d'aglio e un pizzico di sale. Miscelate acqua, salsa di soia, succo di zenzero e mirin e poi versatelo nel wok che avrete provveduto a scaldare. Aggiungete i fagioli e la catalogna mescolate con cura e cuocete per dieci minuti. Lasciate insaporire per 1 ora e poi scaldate nuovamente prima di servire. Spolverate di dukka o gomasio.

mercoledì, novembre 29, 2006

Crema di broccoli speziata



Credo di esser ormai fonte di irritazione per i vicni di casa a causa dell'odor di cavolo e di divertimento per i dirimpettai che a volte mi vedono fare le foto alle 7.30 di mattina nelle pose più assurde per catturare quel poco di luce naturale che c'è a quell'ora. ;-D

Ieri sera avevo una gran voglia di qualcosa di caldo e cremoso, ma che avesse dentro il curry e il latte di cocco. Sarà che è almeno due mesi che non mangio indiano ma avevo aperto per sbaglio il barattolo della pasta di curry e l'odore delle spezie mi aveva deliziosamente sommerso.
All'inizio avevo pensato a un riso poi ho visto il broccolo nel frigo....e così si sono mischiate energie autunnali, invernali e da estate indiana. La cucina stamattina sapeva ancora di curry e non mi è dispiaciuto per nulla (al contrario del fritto) ;-)

1 broccolo grande
4 scalogni
150 ml di latte di cocco
1/2 cucchiaino di pasta di curry giallo
500 ml di acqua
1 cucchiaio di olio di sesamo
1/2 cucchiaino di dado casalingo
sale

Pelate gli scalogni, triteli e metteteli a stufare in una pentola con l'olio di sesamo. Aggiungete poi i broccoli tagliati a cimette e mettete dentro anche i gambi e le foglie, saltateli velocemente e poi copriteli a filo con l'acqua in cui avrete sciolto il dado. Fate cuocere fino a quando i broccoli si saranno disfatti. Unite il latte di cocco e il curry e poi frullate fino a ottenere una crema omogenea. Rimettete sul fuoco e aggiungete altra acqua se la crema fosse troppo densa. Regolate di sale e servite calda.

martedì, novembre 28, 2006

Il giorno del fritto



L'ho detto parecchie volte, ma mi ripeto ;-) il fritto o meglio le cotture in olio profondo sono nella macrobiotica addirittura consigliate con un perché e un quando:
- il fritto scalda il corpo
- in inverno o quando si è molto debilitati
Io aggiungerei un secondo perché: se fatto bene e con un buon olio....è buonissimo!
Questa però non è una scusa per mangiare fritto di pesce un giorno sì e uno anche con la scusa che le temperature si sono abbassate (mai abbastanza...) ;-D

Così l'altro giorno ho guardato nel frigo e ho deciso che non mi andava per nulla di fare un polpettone e ho fritto ;-)):
2 zucchine tagliate a fette
1/2 tofu a quadrotti
1/2 tempeh a quadrotti
1 patata dolce a fettine
1 topinambur a fettine

Passato tutto nel latte di soia e poi ho fatto 3 impanature differenti:
- pane grattuggiato, mandorle tritate e salvia tritata
- pane grattuggiato, germe di grano e pistacchi
- farina per polenta, germe di grano ed erba cipollina

Fritto nel wok con olio di sesamo (nel fritto lo preferisco all'olio extra vergine, ma va a gusti) e salato al momento di servire.
Non vi dico come profumavo alla fine del pranzo e quanti incensi ho consumato per far andar via l'odore da friggitoria ;-))

lunedì, novembre 27, 2006

Radicchi, pasta e pesto



Il radicchio è come i cavolini di Bruxelles mi provoca salivazione a mille ogni volta che lo vedo dal verduriere. Il radicchio tardivo poi mi fa impazzire, peccato che costi come una cena al ristorante ;-)
Per fortuna mia mamma ha imparato a far anche regali mangerecci e quindi periodicamente mi fa trovare i radicchi con tanto di fiocchetto.
Per questa ricetto ho usato il radicchio trevigiano normale (quello rosso e oblungo) mentre il tardivo l'ho passato velocemente sotto il grill dopo averlo condito con olio extra vergine, sale grosso e pepe macinato al momento. In parte però me lo sono mangiato crudo pucciato nell'olio...troppo buono!

10 foglie di radicchio trevigiano
3 cucchiai di silk tofu
1/2 tazza di olio extra vergine di oliva
2 cucchiai di pinoli
1 spicchio di aglio
1 cucchiaino di semi di papavero
1 cucchiaino di erba cipollina fresca tagliuzzata
sale

Frullate o pestate nel mortaio tutti gli ingredienti tranne i semi di papavero e l'olio che aggiungerete poco per volta fino a ottenere un composto morbido ma non troppo liscio e non troppo untuoso. Unite i semi di papavero mescolando con un cucchiaio. Se si desidera una consistenza più granulosa si può usare il tofu normale invece del silk.
Ho condito con questo pesto una pasta integrale artigianale bella ruvida, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua della pasta, e poi ho utilizzato lo stesso composto come ripieno per degli anelli di radicchio passati al forno.

venerdì, novembre 24, 2006

Lunchbox e niente più...



Un solo lunchbox...non vi lamentate ma è periodo prenatalizio e non voglio ammorbarvi con risi e verdurine o miso e verdurine ;-))
Lo so manca un mese, ma non so perché le persone organizzano già cene prenatalizie e oltre a questo il fine settimana di S.Ambrogio si prefigura come una kermesse gastronomica ;-D
E poi volevo farmi vedere il tofu feta. Ho fatto uno dei miei esperimenti e l'ho lasciato immerso in olio e spezie per più di un mese: si è conservato benissimo ed è diventato bello saporito. E' un modo per metter via il tofu che magari sta per scadere, prolungarne così la vita e avere il tofu pronto per un lunchbox dell'ultimo minuto.
Contenuto: riso integrale con misto di alghe (dulse, nori e wakame tritate), ceci lessati con shoyu e aceto di riso e tofu feta.

giovedì, novembre 23, 2006

Club del wok: riso e carote con salsa tahina



Son due giorni che c'è la nebbia ... iuppi!!! lo so sono pazza ma la nebbia mi piace moltissimo.
Ha un'odore e si può toccare e poi ho passato gran parte della mia vita immersa nella nebbia che quella di Milano mi par foschia ;-D ieri sera però c'era!!!!! forse sta arrivando l'autunno.

E così mi sono improvvisata un piatto cino/afro/macrobiotico .... soprattutto molto colorato e allegro. Un bel misto di proteine (il tofu), cereali semplici (riso integrale), grassi (tahina) e verdure dolci (carote e cipolle): il solito gioco di energie.

Per il club del wok: sto esagerando???? ;-)

2 carote tagliate a fiammifero
1/2 confezione di tofu
1 tazza e 1/2 di riso integrale
2 cucchiai di tahina
5 cucchiai di acqua
3 cucchiai di aceto di riso
3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di olio di semi

Togliete il tofu dall'acqua di governo, mettetelo in un colapasta con un peso sopra in modo da fagli perdere un po' di liquido. Tagliatelo a cubotti.
Scaldate il wok, mettete il cucchiaio d'olio e fateci saltare le carote per 5 minuti poi aggiungete il tofu. Sfumate con 2 cucchiai di mirin e 1 di salsa di soia e lasciate cuocere per altri 5/10 minuti. Le carote dovranno essere ancora croccanti.
A parte cuocete il riso come preferite, salatelo e se volete aggiungete un filo d'olio (per me non è necessario) poi mettetelo in una formina a cupola, premete bene e rivoltate su un piatto.
Preparate la salsa mescolando tahina, acqua, salsa di soia e aceto di riso.
Servite con le carote e la salsa colata sul riso.

martedì, novembre 21, 2006

La focacciona della Dani



Ho un lievito madre più che arzillo tanto che ogni mattina devo controllare che non se ne vada a gironzolare per il frigo e visto che non ha nemmeno la minima puntina di acidità e che mi spiace buttarne via una parte durante i rinfreschi, sabato ho fatto la focacciona.
L'ho detto più volte focaccia e pizza con il lievito madre non mi hanno mai fatto impazzire però questa è ottima e tagliata a quadrotti e messa nel congelatore può esser un buon companatico per il lunchbox o una salvezza per le cene all'ultimo momento (si vede che ieri sera è arrivato un ospite???). Grazie a Dani che mi ha convinta che poteva venire bene....
La lievitazione è lenta ma il risultato ottimo e poi erano settimane che ignoravo la pasta madre ;-))

100/150 gr di lievito madre rinfrescato
300 gr di farina 0
2 cucchiai di olio extra vergine + 1 per la superficie
150 gr circa di acqua tiepida
1 cucchiaino di sale + 1 di sale grosso
1 cucchiaio di origano o di erbe aromatiche tritate

Sciogliete il lievito madre nell'acqua e nell''olio. Unite la farina a cucchiaiate, le erbe e cominciate a impastare fino a quando non avrete un impasto morbido, elastico e non appiccicoso. Se l'acqua fosse troppo poca unitela a cucchiai in modo da non rischiare l'eccesso.
Battete la pasta per 5/10 minuti sulla spianatoia poi stendetela in una teglia unta e lasciatela lievitare coperta con un panno umido fino al raddoppio in luogo tiepido (ci vorranno almeno 4/5 ore). Quando sarà alta almeno tre dita fate una mistura con un cucchiaio di olio e uno di acqua e spennellatelo sulla superficie. Distribuita un cucchiaio di sale grosso e infornate a 200/220° fino a quando la superficie non sarà dorata.
Io non ho fatto la doppia lievitazione perché temevo l'acidità che mi piace nel pane ma non nella focaccia. Voi però potete provarci.

lunedì, novembre 20, 2006

I finocchi della Pip



Ed eccoli a grande (o meglio a Gra) richiesta: i finocchi di Piperita.
Buoni buoni buoni tanto che li ho rifatti sabato sera e così facili da pensar "perché non mi è mai venuto in mente??" ;-) L'uomo macrobiotico a metà ringrazia.
Come ho già detto: detesto i finocchi e continuo a detestarli in tutte le forme tranne questa....
li ho tagliati con la mandolina in modo da farli sottilissimi e li ho lasciati leggermente bruciacchiare per renderli ancora più croccanti.

2 finocchi
2 cucchiai di olio extra vergine
il succo di 1 limone
sale
pepe

Tagliate i finocchi con la mandolina e metteteli in una pirofila. A parte miscelate olio, limone, un pizzico di sale e una macinata di pepe. Irrorate i finocchi, mescolate bene e cuoceteli in forno caldo
a 180° fino a quando non saranno cotti e croccanti.

venerdì, novembre 17, 2006

Un lunchbox e un grazie



1 solo perché sono stata poco in ufficio e fuori a pranzo spesso
Semplice per rimediare ai danni dei bar e al fatto che trascorrerò il fine settimana immersa nella farina e nel lievito ;-)
Quindi riso integrale con dukka e semi di papavero, finocchi Piperita e ceci lessati, conditi con slsa di soia, acqua e acidulato di riso.
1 grazie a Piperita!!! Ho sempre odiato i finocchi, crudi cotti in qualsisi versione mi venissero propinati. Non quanto odio i cetrioli (quelli non riesco nemmeno a toccarli e sentirne l'odore ... è una caratteristica di tutta la mia famiglia), ma li ho sempre evitati e mangiati per educazione. L'altra settimana ero ospite da una cara amica che mi li ha proposti con la ricetta della Piperita: ho pulito la teglia!!!! Così l'altra sera li ho rifatti tagliandoli con la mandolina ... cuocerli in forno e con il limone è stata una vera chiave di volta: smorza il sapore anicioso dei finocchi e li rende croccanti. Mia madre non può ancora crederci....

giovedì, novembre 16, 2006

Baccalà con porri e topinambur



Periodo non solo di wok ma di baccalà (e merluzzo, stoccafisso etc...) e topinambur!
I topinambur mi piacciono da matti visto che mi risolvono in un sol colpo il problema patate (non sono solanacee ma ridotti in purea sono da urlo) e dei carciofi (mi piacciono da matti ma solo l'idea di pulirli mi scoraggia).
Tubero antico tipico della cucina piemontese, i topinambur si possono consumare in modi differenti: crudi, in purea, al vapore, al forno, fritti...
Il baccalà ha il solo difetto dell'ammollo, ma se non avete voglia di avere pezzi di pesce nel lavello per un paio di giorni, potete comprare quello già ammollato o sostituire con i filetti di merluzzo, che però devono essere alti almeno un paio di dita altrimenti in forno si seccherebbero troppo.

250 gr di baccalà ammollato
3 porri
3 topinambur
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
2 cucchiai di pane grattato
1/2 cucchiaino di semi di papavero
pepe nero macinato al momento

Pelate i topinambur e metteteli in una ciotola con acqua e succo di limone (tendono ad annerire subito). Tagliate a pezzi il baccalà dopo averlo spinato per bene. Tagliate a julienne sia i topinambur sia i porri e conditeli con l'olio, un pizzico di sale e pepe. Disponeteli in una pirofila e metteteli in forno a 180° per una ventina di minuti: dovranno essere cotti ma croccanti. Tirate fuori dal forno la pirofila e sopra i porri e topinambur mettete i tranci di baccalà e spolverate la superficie con il pane grattato e i semi di papavero. Se volete aggiungete un filo di olio e rimettete in forno per 10 minuti.

mercoledì, novembre 15, 2006

Club del wok: gnocchi di riso alle 3 cipolle



Sono in piena fase autunnale alla ricerca di piatti dal sapore dolce che riscaldino e poi gli gnocchi di riso mi piacciono in modo mostruoso. E così niente di meglio che le cipolle che da crude hanno un'energia e sapore piccante e da cotte invece (magia...) hanno un'energia e un sapore dolce.
Come dice l'uomo macrobiotico a metà: non san di nulla sei tu che li rendi speciali, sono gnocchi zelig si adattano e trasformano rispetto a tutto ciò che han vicino.
Per gnocchi di riso intendo quelli di origine cinese che paiono patatine di polistirolo e che vanno messi in ammollo per almeno 24 ore, a meno che non siate così fortunati da trovarli freschi in barre bianche (da Kathai a Milano).
Le tre cipolle sono cipolline fresce, scalogno e cipolla di Tropea e così son diventati gnocchi rosa ;-)) senza pepep o spezie che potrebero mitigare il dolce cipolloso.
Una piccola aggiunta: sono pure in fase wok (per la gioia di Cannella ;-)): sta lì sempre sui fuochi grazie al fatto che pesa 5 kg ed è una pentola così comoda per tutto...

150 gr di gnocchi di riso secchi o 200 di gnocchi di riso freschi
1/2 cipolla di Tropea
2 scalogni
3 cipolline (compresa la parte verde)
2 cucchiai di salsa di soia
3 cucchiai di mirin o saké
1 cucchiaio di olio di sesamo
acqua qb

Ammollate gli gnocchi di riso per almeno 24 o tagliate a fettine sottili quelli freschi.
Affettate sottili tutte le cipolle e fatele saltare velocemente nel wok insieme all'olio. Sfumate con la salsa di soia e il mirin e lasciate cuocere fino a quando saranno trasparenti (aggiungete acqua se necessario). A questo punto unite gli gnocchi e fate cuocere per 10 minuti fino a quando non saranno morbidi. Durante la cottura degli gnocchi mescolate delicatamente e unite acqua calda a cucchiaiate per mantenere il tutto morbido. Prima di servire coprite con un coperchio e lasciate riposare per 5 minuti.

martedì, novembre 14, 2006

Le mele al forno!



Non amo in modo spasmodico i dolci e nemmeno la frutta a meno che non sia cotta.
Le mele in particolare mi piaccono solo cotte o messe nello strudel della mamma.
La frutta cotta è tra l'altro il dolce per eccellenza dei macrobiotici: uno yin (la frutta) equilibrata da uno yang (la cottura) con in aggiunta la dolcezza naturale che fa tanto bene agli organi digestivi.
A molti le mele cotte fanno tanto ospedale ... a me piacciono in modo imbarazzante tanto che mia mamma ogni volta che la vado a trovare in inverno me ne fa trovare un contenitore stracolmo e così ho la merenda per qualche giorno ;-))
Le mele al forno sono il dolce più semplice ma chiudono bene un pasto invernale e vanno bene anche come merendina per i bambini.

4 mele golden
3 cucchiai di marmellata di pesche senza zucchero (indicativo, scegliete quella che preferite)
1 cucchiaio di mandorle tritate
1 cucchiaio di uvetta già ammollata
1 cucchiaio di sciroppo d'acero (opzionale)

Estraete il torsolo delle mele con l'apposito attrezzo o con un coltellino affilato, lasciando un il fondo (o rinfilandolo...non devono essere bucate da parte a parte).
Mescolate tutti gli altri ingredienti e riempite le mele.
Cuocete in forno per 15/20 minuti a 180°.

venerdì, novembre 10, 2006

Lunchbox 9



Dopo un paio di settimane di assenza ... eccoli qui: i lunchbox autunnali.
Il cavolo o meglio i crauti sono protagonisti assoluti. In effetti piacciono solo a me quindi quando li compro (e le confezioni non sono da meno di 250/300 gr) me li devo mangiare tutti io.
Vanno benissimo anche i crauti nel barattolo ma alcuni supermercati bio li preparano freschi (o quasi visto che i crauti devono fermentare almeno un mese o due) e li mettono in vendita in busta.
Al di là della quantità di vitamine che contengono, i crauti con la loro acidità dovuta alla fermentazione (e non all'aceto) sono il giusto accompagnamento di molti pasti. Nella macrobiotica si usa mangiare ogni giorno un pochino di insalatini o verdure, come i crauti, tagliate a julienne e messe sotto un peso con una minima quantità di sale o acidulato di umeboshi. Fanno benissimo al fegato e all'intestino proprio perché leggermente fermentati e aiutano nella digestione dei grassi.

A sinistra: crauti, torta salata e patè di alghe
A destra: riso integrale con dukka, crauti, seitan a fette con senape

mercoledì, novembre 08, 2006

Focaccia di patate ripiena



o meglio "ho finalmente trovato un impasto per torte salate alternativa alla brisée con l'olio e il vino (lo so non è una brisée, ma non so come chiamarla).
Vale il solito discorso sulle solanacee e il gioco delle energie che non ripeterò per non annoiarvi e perché lo potete trovare su tutte le ricette con i pomodori o le melanzane ;-)
Questa torta/focaccia è nata da un'idea di una Coquinaria mescolata a due patate che stavano tentando di piantar radici nel pavimento della cucina e dalla voglia di fare una torta salata diversa per cena e per il lunchbox ;-)
Con le dosi che vi dò mi sono venute due torte piccole.

2 patate bollite
200 gr di farina integrale (dipende da quanta ne assorbono le patate)
acqua qb
4 gr di lievito di birra secco
1/2 cucchiaino di sale
2 cucchiai di salsa di pomodoro molto ristretta (opzionale)
1 cipolla
tante olive verdi e nere, capperi, pomodori secchi (più ne mettete più è buona...;-))
2 cucchiai di olio extra vergine

Schiacciate le patate. Miscelate la farina con il lievito secco e poi mettetela a fontana su una spianatoia o nell'impastatrice. Unite le patate, il sale, un cucchiaio di olio e poi cominciate a impastare aggiungendo un cucchaio di acqua per volta fino a ottenere un impasto elastico e non appiccicoso come quello della pizza. A seconda del tipo di patata assorbirà più o meno farina. Fate una palla e lasciatela lievitare coperta per un'ora.
Affettate le cipolle e fatele stufare nell'altro cucchiaio d'olio.
Riprendete la pasta e dividetela a metà. Con la prima parte foderate il fondo di una tortiera e rialzatela sui bordi di almeno un centimetro. Mettete sul fondo la salsa di pomodoro (non è necessaria...), poi le cipolle, le olive a pezzi, i capperi e i pomodori secchi. Coprite il tutto con la pasta avanzata stesa abbastanza sottile. Cuocete in forno caldo per 15/20 minuti a 180°.
E' buona calda, tiepida e fredda ;-)
Potete riempila con quello che vi pare dal tonno alle acciughe alle verdure ripassate in padella.

martedì, novembre 07, 2006

Gamberi al sale



Un bel piatto yang, saporitissimo e adatto a chi non ha paura dei gusti accentuati.
Accompagnato con verdure scottate o dolci come zucca o carote saltate in agrodolce e rimane in equilibrio.
Un'idea che mi è venuta grazie a Coquinaria e che mi è piaciuta molto. Il pesce cotto nel sale mi piace molto ed è un modo sano di cuocere gli alimenti che non diventano salati ma vedono accentuati i propri umori e sapori.
Certo è un piatto della festa non solo perché proteico e con un'energia molto forte ma soprattutto perché ci vogliono gamberi grigi belli ciccioni e quindi costosetti.
Anche con le patate dolci al forno o i cavoletti è perfetto.
Con le teste dei gamberi e i carrapaci avanzati (dopo adeguato lavaggio da sale) ho fatto un delizioso fumetto per il risotto. ;-)

500 gr di gamberi grigi interi
sale integrale fino qb (almeno mezzo chilo)
1 cucchiaio di erbe tritate (prezzemolo, salvia ed erba cipollina)
1 spicchio d'aglio tritato fine

Sciacquate i gamberi. Mescolate il sale con le erbe e mettete un primo strato in una teglia da forno. Adagiatevi i gamberi e ricoprite con altro sale. Cuoceteli in forno caldo a 180° per 10 minuti, non di più. Rompete la crosta di sale, scuotete leggermente i gamberi e mangiateli subito. Deliziosi anche "pucciati" in una ciotolina contenente dell'ottimo olio extra vergine (senza sale o erbe) con una goccia di balsamico vero.

lunedì, novembre 06, 2006

Club del wok: quinoa carote e mandorle



Il wok è la pentola che uso di più forse perché visto il peso specifico superiore ai 5 chili la lascio sempre sui fornelli ;-))
Oggi faccio contenta Cannella per la seconda volta in meno di tre giorni ...
La quinoa è un cereale che ho scoperto da poco o meglio ho scoperto da poco che mi piace un sacco visto che me lo avevano sempre proposto stracotto e in forma di polpettone.
Vero che ho modificato tutte le istruzioni che dicono di cuocere una tazza di quinoa in due di acqua e ne ho messa solo 1 e 1/2 con il risultato di avere una quinoa gonfia ma al dente.
Veloce e versatile, si abbina ai sapori dolci di verudre quali zucca, carote, cipolla ed è perfetto ora che finalmente il freddo è arrivato e bisogna accumulare calore (non calorie...) per uscire in bicicletta e magari non avere i piedi troppo freddi la sera.
Sono una delle poche persone che è stata in ferie venerdì per godersi il freddo al parco!!!

1 tazza di quinoa
1 tazza e 1/2 di acqua
1 cucchiaio di olio di sesamo
2 carote tagliate a julienne
1 porro tagliato a julienne
2 cucchiai di mandorle tritate
1 cucchiaio di uvetta

Cuocete la quinoa e mettetela da parte. Scaldate il wok e versate l'olio. Unite poi l'uvetta (non ammollata, si gonfierà in cottura) e le mandorle. Dopo un paio di minuti unite le carote e il porro e fate cuocere per dieci minuti. Le verdure devono rimanere croccanti.
Infine unite la quinoa e fate salte per qualche minuto. Salate e servite caldo.

giovedì, novembre 02, 2006

Club del wok: seitan marinato e verdure




Oggi è una giornata che apre il cuore, almeno a me ... finalmente una temperatura autunnale, il vento che spazza l'aria e il cielo blu blu tanto che domani "niente lunchbox, niente ricettina" Petula se ne starà lontana dal pc e cucina per tutto il fine settimana ;-)) faccio uno strano ponte, ma oggi ho deciso che ho voglia di vedere un panorama più ampio!!!!

Questo invece è un piatto da fine settimana o da giornata di vacanza.
Il motivo è che se il seitan lo lasciate marinare meno di 12 ore il sapore finale non sarà lo stesso.
1 zucchina
2 carote
2 funghi shitake
1/2 cavolo cinese (anche verza)
1 porro
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di aceto di riso o di mele
6 cucchiai d'acqua
1 cucchiaio di succo di zenzero (zenzero tritato e spremuto)
2 cucchiai di olio di sesamo
1 confezione di seitan
Ammollate gli shitake per 15 minuti in acqua calda. Tagliate le carote a tocchetti piccolissimi e affettate le altre verdure sottili sottili (meglio se usate una mandolina). In una ciotola miscelate bene soia, aceto, zenzero e acqua, unite le verdure tritate e con questa marinata coprite per bene il seitan. Coprite la ciotola con la pellicola alimentare e mettete in frigo per tutta la notte o tutto il giorno.
Scolate il seitan dalla marinata e tagliatelo a tocchetti. Scaldate il wok, versate l'olio e poi la marinata e fate cuocere per 10/15 minuti. Unite il seitan e cuocete per altri 10/15 minuti mescolando ogni tanto.
Mangiato il giorno dopo, riscaldato con un po' di polenta, è una libidine ;-))

martedì, ottobre 31, 2006

Gyoza dolci



I gyoza sono i ravioli giapponesi.
Poco conosciuti in Italia dove la cucina giapponese si limita sovente solo al sushi e a qualche zuppa, sono invece base dell'alimentazione quotidiana di milioni di giapponesi. Di derivazione cinese, si distinguono per il tipo di cottura molto particolare e per il ripieno di verdure dolci e/o carne.
La pasta di cui sono fatti i gyoza è volendo ripetibile visto che è fatta di sola farina di forza e acqua ... non è però facile rendere la trasparenza di questa pasta e poi a Milano si trova abbastanza facilmente (soliti negozi etnici), già tagliata a dischi e da surgelare. Son macrobiotica, mica maniaca ;-)
La parte difficile è nel chiuderli facendo le piegoline ... si sa i giapponesi sono precisi e se non ci son le piegoline, non sono gyoza (sento ancora la voce della mia insegnante ;-)))
I gyoza tradizionali ve li proporrò nei prossimi giorni, ma la stessa pasta può essere usata per fare dei ravioli dolci buonissimi.

Prendete la pasta per gyoza già pronta o fatela impastando farina di forza (manitoba) e acqua fino a ottenere un impasto liscio, lasciatelo riposare una mezz'ora poi stendetelo in dischi sottilissimi (devo essere trasparenti) di 8/10 cm di diametro.
Mettete un disco sul palmo della mano e riempite con un cucchiaino di marmellata, crema al maltonocciola (io ho usato la composta di zucca ;-)). Bagnate con un pochino di acqua i bordi interni e chiudete a metà, premendo bene. Prendete poi il bordo del raviolo tra pollice e indice e fate delle pieghe (5 o 6) in modo da chiudere bene il ripieno.
Cuocete in forno a 180° per 10 minuti.

lunedì, ottobre 30, 2006

Panini alla zucca



La zucca impazza e ne ho la casa invasa: problemi di quando si va all'ortomercato e si compra in quantità da ristorazione ;-D.
Devo dire che la mia preferenza va alle zucche dette Okkaido, piccole, verdi (come quelle della foto) e dolcissime. Hanano la polpa asciutta e possono essere usate un po' per tutto dai tortelli ai dolci. In più è il cibo per eccellenza di una stagione come l'autunno ... dolce al naturale e coccolante (;-)) per lo stomaco.
Perché quindi non fare i panini per la colazione alla zucca? Con un pochino di marmellata sono perfetti e si possono congelare senza problemi.
Le dosi sono indicative perchè tutto dipende dal tipo di zucca e da quanto sarà acquosa (con le mantovane è un problema che mi si presenta sovente...) dopo la cottura.
Noterete che non c'è acqua, non è un errore, la polpa della zucca farà anche da parte liquida. Se l'impasto, che dovrà avere la consistenza della pasta da pane, dovesse risultare troppo asciutto aggiungetene qualche cucchiaio oppure aggiungete ancora un pochino di polpa di zucca.

200 gr di zucca già cotta e pulita
150 gr di farina integrale
100 gr di farina manitoba o di forza
4 gr di lievito di birra secco ((gr di lievito fresco)
2 cucchiai di malto o sciroppo d'acero
una manciata di noci
una manciata di uvetta
un pizzico di sale
qualche cucchiaio d'acqua (se necessario)

Frullate la polpa della zucca e mettetela in una ciotola o nell'impastatrice con il lievito di birra secco (se volete usare quello fresco scioglietelo in un cucchaio d'acqua, non di più...), il malto e un pizzico di sale e mescolate bene. Aggiungete poi le due farine a cucchiaiate fino a ottenenre un impasto liscio ed elastico e non troppo asciutto. Mettete in una ciotola unta e fate lievitare coperto e in luogo caldo fino al raddoppio.
Tritate grossolanamente le noci e mettete a mollo in acqua calda le uvette.
Riprendete la pasta e aggiungete le noci e le uvette ben strizzate. Impastate bene e poi ricavatene dei panini tondi che metterete su una teglia da fono ben distanziati tra loro. Coprite con un canovaccio e fate lievitare per mezz'ora. Cuocete in forno caldo per 15 minuti.

venerdì, ottobre 27, 2006

Un lunch box e un libro



Settimana di pasta calda nella pentola come chiamano la soba in brodo nel ristorante giapponese vicino all'ufficio e riso integrale ... così un solo lunchbox degno di nota ;-))) L'autunno per me è un periodo di depurazione per affrontare l'inverno in forma e quindi: cavolfiori scottati con salsa alla tahina, purea di fave e qualche edamame (il riso integrale era in un altro scatolino).



In compenso vorrei consigliarvi un vecchio libro Sugar Blues di William Dufty. La macrobiotica ha da sempre come caposaldo l'abbandono degli zuccheri semplici, causa di una costante iperacidità, e la loro sostituzione con il malto e i cereali così come il riassaporamento dei gusti dolci naturali delle verdure e della frutta cotta.
Sugar Blues è uno dei primi libri contro lo zucchero mai pubblicati. L'autore, noto scrittore di biografie e testi politici, si avvicinò alla macrobiotica grazie all'incontro con Gloria Swanson, diva del cinema che divenne poi sua moglie. In particolare si convinse della dannosità dello zucchero sul corpo umano.
Dufty divenne poi un noto nutrizionista e Sugar Blues è un viaggio nella disintossicazione da quella viene da molti definita "una droga a basso costo".
Il consumo di zucchero semplice è aumentato in modo esponenziale così come le malattie ad esso legate, dall'obesità all'emicrania, dall'iperattività fino al diabete e ad alcuni tipi di cancro. Perché se il cervello per funzionare ha bisogno di zuccheri, lo zucchero peggiore da assumere è proprio quello semplice (bianco e di canna, non c'è nessuna differenza, proprio nessuna!).
Non è un caso che da qualche anno molti studi medici consiglino di limitare o eliminare il consumo di zuccheri nei bimbi iperattivi e negli adulti con comportamenti compulsivi perché spesso sono proprio i continui sbalzi glicemici causati dagli zuccheri semplici a peggiorare le loro patologie. Peggio di tutto sono ovviamente i dolcificanti chimici e tralascio il discorso calorie vuote che diventano subito grasso ;-)

Fate una prova: non mangiate zuccheri semplici, compreso il miele, per due settimane (no caffè alla macchinetta, no cappuccino e brioche o muffin a metà pomeriggio), sostituiteli con il malto, il succo di mela o la frutta. Alla fine di questo periodo depurativo fate colazione con fette biscottate tradizionali e tanto miele o un caffè ben zuccherato e biscotti ... potrebbe venirvi subito un bel mal di testa ma con più facilità vi sentirete iperattivi per due o tre ore, poi avrete sonnolenza e vuoto allo stomaco, mangiate di nuovo un dolce normale e tutto questo sparirà = effetto droga ;-)
Vi assicuro che la cosa più difficile della macrobiotica non è limitare o fare a meno dei latticini o della carne ma limitare o fare a meno dello zucchero perché è messo un po' ovunque tanto più che viene utilizzato come conservante. I vantaggi? tanti e senza nessuna sofferenza!
Leggere Sugar Blues può far venire tanti dubbi (mi piacciono i dubbi, un po' meno le certezze) sempre mantenendo però un atteggiamento di equilibrio ... il cioccolato continua a piacermi ma me ne basta meno di prima per essere felice e soddisfatta ;-)

Testo ottimo per una bibliografia completa degli ultimi studi americani sugli zuccheri è "Non mangiate questo libro" di Morgan Spurlock (il regista di Super Size Me).

giovedì, ottobre 26, 2006

Pasta al forno



La pasta al forno mi piace da matti, croccantina e saporita. Sovente faccio più pasta solo per poterla cacciare nel forno tanto più che mi risolve le cene dell'ultimo momento e si può pure congelare.
Farla senza formaggi o besciamella può sembrare strano, ma sabatos corso mi sono trovata a farla addirittura senza besciamella vegana ma con una sorta di roux a base di brodo, lievito in scaglie, farina e quel poco che stava in casa ;-))) Occhio con il dado perché la pasta che sa di brodo è terribile ... serve solo per insaporire e salare. Iniziate con una punta di cucchiaio e assaggiate.

200 gr di pasta integrale già cotta (la mia era la pasta al papavero...)
2 cucchiai di farina integrale
olio di mais qb
1 tazza di acqua
1/2 cucchiaino di dado e una punta di miso
1 cucchiaio abbondante di lievito in scaglie
1 cucchiaino di salvia ed erba cipollina tritati finissimi

In una pentola miscelate la farina con abbastanza olio da ottenere una crema densa ma fluida. Mettete sul fuoco e aggiungete poco a poco l'acqua, il dado e il miso fino ad avere una salsa fluida, cuocendo si addenserà ulteriormente. Cuocete per 5/10 minuti e in finale unite il lievito.
Mettete la pasta in una pirofila unta e mescolatela con la salsa e le erbe. Cuocete sotto il grill fino a quando non avrà fatto la crosticina.

mercoledì, ottobre 25, 2006

Passato di carote, piselli, porri e tekka



Ho trovato le carote con tanto di ciuffino verde! Che bello...il problema è convincere i verdurieri a non toglierli!!!
Altra verdura perfetta per l'autunno: dolce naturale, tante vitamine e fibre e versatile quasi quanto la zucca. Non buttate via il ciuffo ma utilizzatelo lavandolo bene e affettandolo sottile. La stessa cosa bisognerebbe fare con il verde dei porri e dei cipollotti (io lo affetto e lo metto in freezer per i soffritti e per la zuppa di miso), devono solo essere cotti più a lungo perché son un po' più duri.
E poi era almeno una decina di giorni che non vi rifilavo una zuppa ... sono una passione fin dall'infanzia!
La tekka è un fantastico condimento giapponese a base di miso e radici (bardana, carote...) con un effetto riscaldante ed energizzante. Ha un profumo delizioso e vi consiglio di usarlo sui cereali integrali con solo un filo d'olio. Le dosi devono essere minime perché tende a sovrastare i sapori. Si trova nei negozi di prodotti biologici.

1 tazza di piselli surgelati
4 carote grandi + ciuffetti
1 porro
acqua qb
1 cucchiaio di dado fatto in casa
1 cucchiaio raso di tekka
sale
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva

Affettate tutto il porro e mettetelo a stufare in una pentola con l'olioe un pizzico di sale. Unite poi il verde delle carote affettato sottile e poi le carote a tocchetti. Fate saltare per qualche minuto e unite infine i piselli. Coprite con acqua (due dita sopra le verdure), unite il dado e cuocete fino a quando il tutto non sarà ben cotto. Frullate con il minipimer o il robot da cucina e servite caldo cosparso di tekka (1/2 cucchiaino a persona).

martedì, ottobre 24, 2006

Patate dolci e dukka




Fino a qualche anno fa erano difficile da trovare mentre ora sono recuperabili sui banchi di molti mercati e supermercati.
Appartengono all'ordine delle solanalee (parenti stretti delle patate normale con tutti i loro macrobiotici problemi...) ma hanno un gusto dolce naturale che in questo periodo di cambiamento di stagione può essere ben abbinato a una proteina animale. Io le accosto a pesci molto forti come il salmone marinato o le aringhe. Ci si fanno ottime zuppe, vellutate e dolci, soprattutto insieme alla zucca...
Tendono a scurire una volta pelate quindi è meglio metterle in una soluzione di acqua e limone o metterle subito in pentola. Cuociono in tempi più brevi rispetto alle patate normali.
Dall'ultimo EBP ho scoperto la "dukka" ovvero una miscela di spezie e semi che è ottima sui cereali, sulla bruschetta o nelle patate al forno alle quali dona una nota orientale deliziosa.

Dukka (ricetta di Caroline di Bibliocook)
2 tazze di semi di sesamo
1 tazza di semi di coriandolo
1/2 tazza di nocciole
1/4 tazza di cumino in polvere
1/2 cucchiaino di sale grosso integrale
1/4 cucchiaino di pepe nero

Tostate tutti gli ingredienti separatamente in un wok o in una pentola dal fondo pesante (evitate così il rischio carbonizzazione) poi metteteli in un mortaio o in un tritatutto e riduceteli in una polvere non troppo fine.

4 patate dolci
4 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
1 cucchiaio di dukka
1 spicchio d'aglio tritato

Pelate e tagliate a dadini le patate dolci. Miscelatele bene con l'olio, l'aglio e le spezie poi cuocetele in forno per 20/25 minuti.